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Dopo le due tragedie evitate di un soffio nell'estate 2019, il tema delle grandi navi in laguna è tornato alla ribalta internazionale. Da troppi anni Venezia attende inutilmente la soluzione a questo che è soltanto uno dei gravi problemi che affliggono la città (decine di milioni di turisti che la assediano ogni anno, migliaia di appartamenti airbnb e la conseguente emorragia di residenti, lo scandalo del Mose, l'opera pubblica più inutile e cara d'Europa) e la soluzione non può che essere una: fuori le navi dalla laguna. Questo racconto lungo, che in Francia è stato definito un récit, tenta di dare voce a chi Venezia la abita e si trova costretto a subire gli assedi del turismo di massa. In un alternarsi fra la laguna e Saint-Nazaire, dove gran parte delle navi da crociera vengono costruite, l'io narrante e la sua compagna fanno i conti con le conseguenze di queste anomalie epocali. Cercano, come altri veneziani, una chiave possibile di resistenza in una città dove gli ostacoli aumentano giorno dopo giorno, davanti all'indifferenza delle istituzioni spesso ostacoli esse stesse. Un libro che cerca con la parola di trovare un percorso alternativo, un'inversione di rotta possibile.